enero 21, 2011

Rivoli (Torino): l'associazione di pallavolo Rivolley, secondo il raccondo delle protagoniste, avrebbe cacciato due giocatrici senza validi motivi



[Mediacontact]Cosa fare se le docce e i bagni della palestra non funzionano e non si vogliono fare i lavori di riparazione? Semplice: basta cacciare i giocatori e le giocatrici che lo rendono noto. È quanto sarebbe accaduto negli impianti sportivi occupati dalla società Rivolley di Rivoli in provincia di Torino. Le vittime di questo che appare come un sopruso, sono Federica Lanotte e Erika Ravera.


A seguito di una discussione, in cui venivano accusate ingiustamente di aver usato l’acqua delle docce dell’impianto dove ci alleniamo, la dirigenza, con un consiglio straordinario (formato solo da 4 di loro e nemmeno dal 50%) ci ha comunicato che eravamo state cacciate – racconta amaramente Federica – accusandoci del fatto che avremmo potuto allagare la palestra viste le condizioni delle docce. Noi, però, non solo non abbiamo fatto le docce e lunedì, tre giorni dopo, i bagni erano magicamente tornati agibili”.


Un atto punitivo che non trova ragioni valide e che ha dell’incredibile secondo quanto dichiarato dalle ragazze. “Siamo state cacciate perché abbiamo fatto scorrere un po’ d’acqua gialla e sporca dai lavandini, come hanno fatto tutte le nostre compagne, per bagnare dei fazzolettini e asciugarci il sudore. Ci hanno detto, però, che ci cacciavano anche per la nostra arroganza, quella, cioè, di riferire solo quello che realmente è accaduto” conclude la giocatrice.
Le due ragazze sono decise ad andare oltre perché vittime di un’ingiustizia poiché non solo non gli è stato permesso di scusarsi o di proferire parola in modo da giustificarsi, ma hanno dovuto subire un’aggressione verbale senza precedenti.


Non ci vogliono nemmeno dare il verbale di quest’ assemblea ‘fantasma’ durante la quale avrebbero deciso di cacciarci – continua Federica – ma la cosa peggiore, di cui siamo venuti a conoscenza soltanto ora, è che i dirigenti votanti sono una delle giocatrici costrette a stare in panchina e suo marito. Come se non bastasse non vogliono nemmeno darci la copia della ricevuta della quota versata a settembre e tanto meno renderci i soldi”.
Il trambusto è avvenuto nella palestra della scuola Natta di Rivoli. Vengono annullati quattro mesi di successi di una squadra in testa al girone di prima divisione femminile. Alcune ragazze della squadra per solidarietà e per aver assistito ai fatti, sarebbero andate via dalla squadra. Per quale motivo due anni di lavoro e di vittorie e al lavoro dell’allenatore Pino Lorusso a qualcuno piaceva cancellare questa squadra?

Una cosa è certa, secono Federica: " Questa storia non finirà qui. Non è logico e neppure educato trattare in questo modo due giocatrici che prima di essere atlete sono persone per bene che hanno regolarmente pagato la loro quota associativa".
Cosmo de La Fuente (continua)
A questo pezzo e alle dichiarazioni della signorina Federica, risponderà presto il sig. Alberto Orru, presidente della ASD Rivolley, il quale ha anticipato che oltre a delle inesattezze, ci sarebbero dichiarazioni lontane dalla realtà da parte delle due ragazze.
CdF

La risposta del presidente Alberto Orru appare come nuovo post nella giornata del 24 gennaio oltre che qui di seguito.
Provvedimenti disciplinari atlete ed allenatore 1DF per i fatti accaduti nella giornata di venerdì 14 gennaio
2011 al termine della gara di campionato Rivolley - Volley Rosta:
L'allenatore della 1 Divisione Femminile al termine della gara, su richiesta di una delle atlete in questione,
consegnava le chiavi del locale docce, chiuso per guasto all'impianto fognario, come comunicato nella
segnaletica affissa su ogni porta dell'impianto (ingresso palestra, ingresso spogliatoi e ingresso locali
igienici) dai responsabili dell'Istituto Giulio Natta, che vietavano l'uso dell'impianto idrico per rischio di
allagamento. Il provvedimento è stato più volte ribadito dalla Dirigenza a tutti gli atleti, compresa la sera
dell'accaduto. Dalle testimonianze raccolte e dal sopralluogo eseguito appuravamo che tale norma era stata
infranta dalle due atlete in questione, che interrogate immediatamente all'uscita dagli spogliatoi negavano
l'accaduto. L'allenatore interrogato dei fatti di fronte all'evidenza dell'utilizzo delle docce minimizzava
l'accaduto estraniandosi dalle sue responsabilità.
Dopo lunga discussione sui fatti accaduti il Consiglio Direttivo (composto da sei membri tutti presenti) in virtù
dei poteri conferitigli all'art.19 ai punti I ed L, approva all'unanimità l'esonero dell'allenatore e
l'allontanamento delle due atlete in questione per "inottemperanza alle disposizioni dello Statuto societario e
dei regolamenti e delle deliberazioni adottate dagli organi dell'associazione" e "svolgimento di attività
contrarie agli interessi dell'associazione" (art.9 comma 2 punti A e C).
I fatti assumono aggravante per avere esposto l'associazione al rischio di revoca della concessione d'uso
dell'impianto sportivo annesso all'ITIS Natta come contemplato nel Regolamento per lo sviluppo , uso e
gestione degli impianti sportivi della Provincia di Torino (art. 37 punto O), adottato dalla scrivente
associazione con sottoscrizione del disciplinare di concessione in uso (art.1)
La restituzione della quota societaria non è dovuta in base all'art.7 dello Statuto sociale regolarmente
accettato dalle atlete all'atto della richiesta di iscrizione.
Le deliberazioni del Consiglio Direttivo relative agli esoneri sono state regolarmente spedite alle atlete con
raccomandata A/R come riportato all'art.10 dello Statuto Sociale, insieme alla ricevuta della quota sociale 2010-11.
Il Presidente
Alberto Orru

1 comentario:

Pino dijo...

Ciao Cosmo,
il problema è proprio nell'ultima frase da te detta, e cioè che "prima che essere atlete sono persone".Qui si è dato più importanza alla regola che non alla persona.Si è tralasciato, quello che io chiamo, il buon senso e si è andato oltre alla più ragionevole delle soluzioni.Il problema e che oggi "educare e rispettare" è una cosa molto rara,perchè richiede capacità di ascolto e di comprensione cosa che ne l'una ne l'altra c'è stata...ormai va di moda il totalitarismo...o la pensi come me e fai come dico io o altrimenti fuori...e queste persone, dovrebbero essere i responsabili, dell'educazione dei ragazzi che gli vengono affidati? Se fossi un genitore sentendo una cosa simile e dopo aver appurato le cose...toglierei mio figlio da questi individui e da questa società,che ha dimostrato di non aver rispetto per le persone.